Su e Giù per la Magona Nexonia 2022 - Video di fine anno

image: torrente nella Magona
Un torrente nella Magona

La Macchia della Magona è un complesso forestale nei pressi di Bibbona, borgo della Bassa Valdicecina, in Toscana; ne do una breve descrizione.

La zona fortunata si estende per più di 1.600 ettari, con lecci, querce, arbusti, felci, funghi, molti animali, ovviamente schivi. Qua e là sono visibili i resti delle carbonaie (che rifornivano la fucina della Magona di Cecina) e di un mulino ad acqua. Altre strutture sono state ricostruite. Diversi torrenti attraversano la Macchia. 

Chi ama camminare e correre per sentieri, trova una zona ideale!
Ci sono percorsi per tutte le gambe, salite e discese, ampie piste forestali e infidi single track (eppure -almeno per il momento- non abbandonati) che si snodano nei folti boschi; la maggior parte dei sentieri è corredata di cartelli con mappe e spiegazioni, e dei tradizionali segnavia biancorossi.
L’area è accessibile anche a persone con difficoltà motorie.

Seguendo i percorsi appropriati, è possibile raggiungere il piccolo, isolato abitato di Sassa.
È da qui che iniziai a trastullarmi con qualche fotografia.

image: il borgo di Sassa con la torre rinascimentale
Via del borgo di Sassa con la torre rinascimentale

Ma il bosco chiamava, e presto tornai a correre tra i fitti alberi.
E continuai a riprendere, con un telefono decente, alternando fotografie e riprese video -queste ultime effettuate tenendo il dispositivo principalmente nella mano sinistra.

Il fondo era spesso difficile, terra umida in cui i piedi affondano, e pietre e radici nascoste da tappeti di foglie secche; la direzione in certi tratti non era chiara.
Un ambiente avvolgente, solitario (dopo Sassa non incontrai più alcun essere umano, per diverse ore e ancor piú chilometri), ispirativo: di continuo saltellavo, mi fermavo, respiravo profondamente, mi guardavo intorno, ripartivo, lanciavo lontani pensieri sulle alchimie dell’universo mondo, scivolavo a terra, tornavo in piedi.

Qui sotto il video; le riprese sono quanto mai incerte e traballanti. Come d’abitudine è tutto in soggettiva, con un tono un po’ epico (complici le musiche), un po’ (auto)canzonatorio.
Il montaggio è stato effettuato anche questa volta con Kdenlive, programma open source che migliora ad ogni rilascio, come il buon vino.

E, sí, corri su corri giú, dopo aver assistito al tramonto dal punto panoramico delle Golazze Aperte, scese la notte e l’ultimo paninetto vegano lo mangiai nel ricostruito capanno dei boscaioli, alla luce della lampada frontale (lo si vede sullo sfondo dei titoli di coda).
Buona visione!