Nel cuore (I briganti neri)

I Briganti Neri (o Quei Briganti Neri) è un canto popolare partigiano, reperibile in alcune varianti, che deve parte del suo testo a una piú antica ballata, le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio. Fra gli altri, ne dà conto Roberto Leydi nel suo saggio
I canti popolari italiani, del 1973.
Anni addietro un’associazione che si occupava di musica (che non esiste piú e di cui peraltro non ricordo il nome) chiese a diversi musicisti di partecipare a una compilation dedicata appunto alle canzoni della resistenza. Una decina di brani furono assegnati, piú o meno casualmente, ad altrettanti musicisti o gruppi, lasciando loro la libertà di reinterpretare il brano secondo la propria sensibilità.
Da me arrivarono questi briganti neri e iniziò il lavoro per realizzare l’insolita cover.
Cosí mi misi all’opera, col pensiero di far incontrare Massive Attack e Stravinsky o forse, meglio, Bartók.

A quel tempo collaboravo con Ilaria che si occupava di dar voce alle mie distorsioni melodiche, dunque il primo passo fu quello di rielaborare il testo proiettandolo verso una differente cantabilità.

Ecco il testo in due versioni tradizionali

I Briganti Neri

I

II

Da quei briganti neri
fui catturato
e in una cella oscura
fui portato.
Potete pure mettermi
in una cella oscura,
io sono un partigiano
non ho paura.

Quel dì che m’han portato
alla tortura
m’han detto se conosco
i miei compagni:
sì, sì, che li conosco,
ma non dirò chi sian,
io sono un partigiano,
non una spia.

Un giorno m’han portato
in tribunale,
m’han detto se conosco
‘sto pugnale:
sì, sì, che lo conosco,
ha il manico rotondo,
nel cuore del fascista
ce lo piantai a fondo.

La povera mia mamma
piangeva forte
vedendo il suo partigiano
andare a morte:
oh mamma mia non piangere
per la mia triste sorte,
io tosto di parlare
vado alla morte.

Ploton d’esecuzione
già schierato
col tenentino pronto
sull’attenti;

la si è sentito i colpi
i colpi di mitraglia,
un partigiano è morto
è morto per l’Italia;
la si è sentito i colpi,
i colpi di mitraglia,
hanno lanciato un grido:
viva la resistenza.

E quei briganti neri mi hanno arrestato,
In una cella scura mi han portato.

Mamma, non devi piangere per la mia triste sorte:
Piuttosto di parlare vado alla morte.

E quando mi han portato alla tortura,
Legandomi le mani alla catena:
Tirate pure forte le mani alla catena,

Piuttosto che parlare torno in galera.

E quando mi portarono al tribunale
Dicendo se conosco il mio pugnale:
Sì sì che lo conosco, ha il manico rotondo,
Nel cuore dei fascisti lo cacciai a fondo.

E quando l’esecuzione fu preparata,
Fucile e mitraglie eran puntati,
Non si sentiva i colpi, i colpi di mitraglia,
Ma si sentiva un grido: Viva l’Italia!

Non si sentiva i colpi della fucilazione,
Ma si sentiva un grido: Rivoluzione!

Qui invece il testo rielaborato da noi

Un’immagine che non mancò di colpirmi era quella del coltello impugnato dal partigiano che penetra nel cuore del fascista. Allora la strofa che racconta questo momento si ripete e diventa ritornello, da cui viene estratto anche il nuovo titolo.

Nel Cuore

Da quei briganti neri
fui catturato
e in una cella oscura
fui portato.
Potete pure mettermi
in una cella oscura,
io sono un partigiano
non ho paura.

Quel giorno mi consegnano
alla tortura,
chiedono se conosco
i miei compagni:
sì, io li conosco,
ma non dirò chi siano,
io sono un partigiano,
non una spia.

Pugnale lo conosco,
ha il manico rotondo,
nel cuore del fascista
lo penetrai a fondo;
pugnale lo conosco,
ha il manico rotondo,
nel cuore del fascista,
nel cuore.

 

 

Le ultime domande
davanti al tribunale:
piuttosto che parlare
io vado alla morte.

Plotone d’esecuzione
colpi, colpi di mitraglia,
un partigiano è morto…
Hanno lanciato un grido:
{aaah}
la resistenza vive.

 

Pugnale lo conosco,
ha il manico rotondo,
nel cuore del fascista
lo penetrai a fondo;
pugnale lo conosco,
ha il manico rotondo,
nel cuore del fascista,
nel cuore.

image: KA-BARoriginal mash-up picture, source images from Wikimedia Commons

 

Qualche indicazione sulla composizione.

Voci e strumentazione ↓

image: Graffa apertavoci/coro
tromba in si♭
fisarmonica bassa
chitarra elettrica
chitarra-sint. Roland GR-500
basso elettrico
sintetizzatori e campionamenti
percussioni

Tutti gli strumenti sono suonati e/o programmati da me, con una singola eccezione (che dettaglio poco piú sotto).
Le performance vocali sono di Ilaria e Gabriel; Ilaria canta da sola le strofe (in qualche punto con una doppia voce), mentre le sezioni assimilabili a un ritornello sono caratterizzate da un aspro coro a 5 voci, le due superiori cantate da Ilaria, le 3 inferiori da Gabriel; le voci si fondono in unisono nella parola conclusiva: “cuore”.
Anche la tromba è suonata da Gabriel; tromba e rullante seguono nelle loro frasi un ritmo secondario di 7/8 (contro il 4/4 predominante nelle strofe), evocatore di una marzialità traballante.

Uno strumento raro e particolare, la fisarmonica bassa, debolmente raddoppiata da un sintetizzatore, fornisce il basso profondo al coro, marcando la tonica dell’armonia.

Per quanto riguarda le chitarre, nelle strofe si intrecciano due riff eseguiti su un’elettrica, caratterizzati da un suono secco reso vibrante da tremolo e delay (spesso in controtempo), mentre una terza parte la fornisce il guitar synth Roland GR500 (vedi anche il post precedente) con bicordi e note singole alquanto lancinanti, utilizzando contemporaneamente 2 sezioni (“guitar” -ovvero il pick-up standard- e “solo melody” -il sintetizzatore vero e proprio) connesse a due amplificatori differenti. Questi fraseggi si sviluppano verso la fine in un conciso assolo.
Nei ritornelli è presente un’unica linea di chitarra in arpeggio, pur essa con un evidente e straniante delay.

Infine una parte importante nelle strofe è riservata al basso, che sostiene l’armonia, abbastanza statica (Fam -con la seconda minore, modo frigio– e occasionalmente Re♭). Il basso è raddoppiato da una percussione elettronica sorda che ricorda vagamente il suono pulsante del battito cardiaco; nelle prime battute la si può udire chiaramente. Per chi è curioso/a di questi dettagli, qui sotto un frammento di uno spartito ritrovato ↓

image: Basso Frasi A

Nel finale un disturbato frammento di canto, una voce nuova e antica come da una lontana radio, si fonde e chiude sommessamente e bruscamente il brano.

A voi l’ascolto, suggerisco a un volume consistente!


Tableau Blues - Nel cuore (I briganti neri)


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